COME PREVENIRE … E PERCHE’ E’ MEGLIO CHE CURARE


(Questo articolo è apparso per la prima volta in imprendiforma.it il 22 settembre 2018)

Oggi ho un compito abbastanza complesso! Vorrei far comprendere l’importanza di qualcosa che molti percepiscono come irrilevante o addirittura non percepiscono affatto.

Vendere la PREVENZIONE in Italia sembra quasi impossibile. Le assicurazioni sono una tassa insostenibile, le copie dei propri archivi informatici … a che servono? Boh! Tanto non succederà niente. Per non parlare delle analisi sanitarie! Le facciamo solo in punto di morte … o quasi.

Si, noi italiani se non siamo con l’acqua alla gola (e l’acqua non sarebbe tanto male in confronto a qualcos’altro) non ci svegliamo.

Questo atteggiamento ha chiaramente a che fare con la nostra percezione e gestione del tempo.

Il futuro è qualcosa di lontano e indistinto. Abbiamo una vaga idea di quello che potrebbe succedere se …. Ma poi non approfondiamo, non traiamo le conseguenze dei nostri ragionamenti.

Nel mio lavoro di informatico ne vedo giornalmente di casi clinici. Professionisti con i fiocchi che si fanno fregare de chiavette usb utilizzate come improbabili archivi di documenti essenziali all’azienda.

O timidi padri di famiglia che implorano la resurrezione di hard disk schiantati irrimediabilmente, che contenevano l’archivio fotografico del proprio erede dalla gestazione, quando era solo un piccolo rigonfiamento nella pancia della propria consorte, passando per le pose con i grembiulini dell’asilo, poi della scuola primaria, comunione, cresima, la prima bicicletta e le vacanze al mare.

Sono cose che possono mettere a repentaglio anche la più tenace relazione sentimentale.

Eppure … vendere la prevenzione rimane un compito arduo.

E non solo a quelli che fino ad ora non hanno subito danni rilevanti!

Anche per chi è stato colpito dal momento del “coglione” … sembra che la lezione non sia stata sufficiente!

Mi dicono … è questione di soldi!

Mi dispiace ma non ci credo!

Allora … (scusa se ti faccio i conti in tasca) tu spendi almeno 40 euro al mese per foraggiare la smartphone-dipendenza della tua famiglia, altri 30 per goderti le prodezze della tua squadra di calcio, per il cinema-TV devi aggiungerne altri 20. Se ci limitiamo solo all’ambito tecnologico riesco a contare anche i toner e le cartucce che sono l’80% delle spese di consumo generale …

Poi l’ultimo telefono di grido, il tablet con la penna (quante volte l’hai usato?), il notebook ultratecnologico, lo schermo aggiuntivo da 100 pollici ….

Dai mi fermo. Hai capito. Quello che spenderesti per proteggere il futuro sarebbe un’inezia al confronto.

Eppure … se ti chiedono “x” euro per prendere delle precauzioni … senti come un coltello nello stomaco e qualcuno che te lo gira lentamente.

Hai già deciso: piuttosto la morte all’apertura del portafogli.

Ti capisco, hai preso un mare di fregature. Purtroppo i miei “colleghi” non sono stati sempre teneri con te. Ti hanno venduto di tutto e di più, te lo hanno fatto pagare salatissimo e quando serviva una mano, un aiuto, hai dovuto sempre cozzare con le segreterie telefoniche o con l’indifferenza.

Ti capisco, ma non ti giustifico.

Il futuro è il tuo, indipendentemente da chi ti rifilato il pacco in uno dei tuoi rari momenti di debolezza da shopping compulsivo.

Ti sei fidato di gente inaffidabile? Male, ma magari è il momento giusto per tornare sui tuoi passi e mettere in discussione le scelte fatte in precedenza.

Hai speso soldi inutilmente? Male, ma puoi evitare di rifarlo.

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